Bagolaro

Celtis australis

  • Famiglia: Ulmaceae
  • Fogliame: Deciduo
  • Categoria: Alberi e arbusti
  • Consigliata per: Giardino
  • Temperatura min.: -15 | -10 °C
  • Altezza: > 12 metri
  • Terriccio: Terriccio, Universale
  • Larghezza: > 8 metri
  • Esposizione: Soleggiata , Parzialmente ombreggiata
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Celtis australis ha molti nomi comuni ed oltre a bagolaro è chiamato anche olmo bianco o spaccasassi e con diversi altri nomi dialettali. È molto longevo (raggiunge i 500 anni d’età) e ha crescita rapida. È un albero dalle dimensioni imponenti (fino a 25 m d’altezza e 15 di diametro), spesso utilizzato per alberature stradali che conferiscono un’ombra fitta, grazie al fogliame denso, dato da foglie lanceolate, dentate, verde scuro sopra e più chiaro sotto. Il tronco è tipicamente costoluto e la corteccia è liscia, color grigio cenere. In estate produce drupe verdi e poi scure, gradite dagli uccelli.

Consigli di coltivazione

Ha il suo habitat ideale in ambienti aridi, su terreni calcarei, poveri, sassosi: si utilizza anche per rimboschimenti su terreni difficili e sassosi, in cui cresce grazie alla sua estrema adattabilità. L’unica condizione necessaria è che il suolo sia sempre molto ben drenato. Resiste alla siccità, ma teme i climi rigidi: mal sopporta i freddi intensi, le nevicate abbondanti e le gelate tardive. L’esposizione in pieno sole è la più indicata. Dopo i primi 5-6 anni, in cui è bene interrare in autunno un po’ di concime organico, non necessita di ulteriori concimazioni. Non è soggetto a parassiti e di malattie.

Da non dimenticare

All’impianto, attenzione alla presenza di manufatti o edifici nelle vicinanze: le sue radici, molto estese e vigorose, sono in grado di sollevare il calcestruzzo, il cemento armato e l’asfalto. È bene lasciare la pianta ad una distanza di almeno 10 m da edifici ed altre costruzioni.

Bagolaro: come e quando irrigare

Il bagolaro ben si adatta alle lunghe e calde estati italiane. Generalmente si annaffia solo dopo l’impianto, perché si accontenta dell’acqua fornita dalle piogge. È comunque consigliabile irrigare sufficientemente nei 3-5 anni successivi all'impianto nei periodi particolarmente siccitosi come i mesi centrali dell'estate. 

Per irrigare la pianta con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotarlo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o  doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua).

La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Se la pianta è in giardino si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).

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