Gramigna

Cynodon dactylon

  • Famiglia: Poacee
  • Fogliame: Sempreverde
  • Categoria: Prato
  • Consigliata per: Giardino
  • Temperatura min.: -5 | -10 °C
  • Altezza: 0,1 — 0,2 metri
  • Terriccio: Universale
  • Larghezza: 0,1 — 0,3 metri
  • Esposizione: Soleggiata
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• Cynodon dactylon è la gramigna, nota anchge come Bermuda Grass, la specie più indicata per una copertura a verde senza manutenzione. Forma un manto compatto, resistente al calpestamento intenso e a siccità prolungate, e rimane verde da marzo a dicembre in tutte le zone mediterranee fino a 45 °C, purché in pieno sole.

• D’inverno, se il clima è freddo, ingiallisce, e se il gelo si prolunga non resiste e comporterà la necessità di totale rifacimento o la presenza di chiazze irrimediabilmente danneggiate dal gelo. Le varietà californiane, a foglia fine, sono belle a vedersi; sono state selezionate per rispondere alle esigenze dei prati perfetti di ville  e giardini, ma non resistono al gelo.

• La gramigna si propaga tramite stoloni, che creano un manto fitto e costante, anche con taglio basso (2-3 cm), poiché le sostanze di riserva si accumulano negli stoloni, che non vengono tagliati. Attenzione: rizomi e stoloni, una volta instaurati, non si eliminano più, se non a prezzo di numerosissimi e pesanti interventi, sia meccanici sia chimici, che non sempre garantiscono il risultato finale.

• Prima di inserire la gramigna, bisogna valutare bene, anche in relazione al costo dell’impianto se creato ex novo, cioè senza partire da rizomi e stoloni preesistenti. In quest’ultimo caso, per diffonderla è sufficiente passare superficialmente con una motozappa, in maniera da frammentare gli organi riproduttori sotterranei: velocemente si formerà un nuovo impianto radicale e verranno prodotte nuove foglie.

Gramigna: come e quando irrigare

Per irrigare correttamente il manto erboso è indispensabile fornire acqua in modo omogeneo e in quantità correlate all'ambiente e all'andamento climatico. Irrigazioni eccessive possono favorire ristagni a livello radicale, che provocano marciumi, e anche pozzanghere in superficie, che favoriscono poi il disseccamento nell'erba e rendono impossibile camminare sul prato. Per contro, irrigazioni scarse favoriscono la formazione di radici troppo superficiali, che si disidratano rapidamente, e il prato assetato manifesta ingiallimento e seccume, si dirada fino a scomparire.

Occorre quindi calibrare le quantità di acqua in base alla stagione e alle condizioni meteo; la scelta migliore rimane quella di predisporre un impianto interrato dotato di irrigatori a scomparsa (pop-up), invisibili quando non sono attivi, attivato da un programmatore.

In alternativa si possono impiegare irrigatori di superficie in vari modelli statici, rotanti oppure oscillanti, attivati manualmente dal rubinetto o meglio con un programmatore.

Resta comunque indispensabile avere anche un tubo da irrigazione, preferibilmente dotato di carrello avvolgitubo su ruote o a parete, anche del tipo con riavvolgimento automatico, molto comodo, completando con una dotazione di pistole multifunzione con getto doccia, concentrato, diffuso a ventaglio e nebulizzato, utile per le piante delicate e le zone da poco seminate, anche sul manto erboso. 

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