Nel Nord Italia non è il caso di potare i rosai appena prima del gelo, che
potrebbe danneggiare più facilmente i tessuti. Anzi, anche se in genere queste
piante tollerano bene il freddo, è comunque utile proteggerle dai rigori
invernali.
Prima conviene eliminare tutte le foglie, sulle quali svernano spesso i funghi
patogeni, e poi bisogna rincalzare i rosai con 20-30 cm di terra, di letame ben
maturo o di compost. Per riparare i rami, li potete avvolgere con paglia o
fronde di Conifere.
Se il terreno non è ancora gelato, si incomincia con la piantagione dei nuovi
rosai. Per avere la certezza di uno sviluppo rigoglioso è determinante il tipo
di portinnesto: Rosa indica dà i
risultati migliori nei climi temperato-caldi, mentre R. canina è preferibile
per quelli freddi. Prima della messa a dimora bisogna preparare il terreno,
apportando fertilizzanti organici e minerali, e bisogna ripulire la pianta,
spuntando le radici troppo lunghe ed eliminando quelle rovinate o morte.
La parte aerea va ridotta mantenendo solo due-tre rami vigorosi e ben disposti,
da accorciare a circa un terzo di lunghezza. Se l’innesto è stato effettuato al
colletto bisogna interrare la pianta in modo da coprire per 2-3 cm il punto
d’inserzione dell’innesto.
Le distanze d’impianto variano secondo la varietà e il portamento del rosaio:
le Floribunde richiedono almeno 40-50 cm, le ibride di Tea 60-70 cm e le
lillipuziane 20-25 cm. Dopo la piantagione si annaffia abbondantemente.