L’olio torna in Afghanistan

Ritorna a vivere un importante frantoio grazie a un progetto italiano

Dopo un quindicennio di inattività, torna a funzionare un frantoio che lavorerà anche altre produzioni. Nella provincia di Nangarhar, in Afghanistan, a est di Kabul si produceva olio di oliva grazie a una struttura costruita dai Russi. Nel 1984, prima della sua distruzione, la produzione toccava 80 tonnellate d’olio all’anno.

Oggi, la struttura è stata ricostruita grazie a un progetto italiano. Dopo quindici anni si tornerà, grazie agli Italiani, a produrre olio d’oliva e non solo. Infatti la fabbrica è anche in grado di produrre saponi dall’olio di oliva e il manager che la gestisce ha altri ambiziosi progetti.

Il progetto è costato 800.000 dollari, per le nuove attrezzature e la formazione dei tecnici impiegati, alcuni dei quali sono anche venuti in Italia per uno stage.

"Così com’è - ha dichiarato l’ingegnere Ghulam Gul - possiamo lavorare per due mesi all’anno. Ho pensato di lavorare altri vegetali e verdure, così da essere operativi tutto l’anno".

Il progetto può apparire modesto ma è invece di importanza strategica in un Paese che dipende ancora quasi completamente dall’estero per le derrate alimentari.



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