Nell’aprile scorso la Commissione Europea ha chiesto all’Efsa un parere scientifico sui rischi connessi al consumo dei funghi. Il 99% dei funghi selvatici, in prevalenza importati dalla Cina, testato a partire dal 2008 ha rivelato infatti un livello di nicotina superiore allo 0,01 mg/kg LMR, il limite tollerato per quelle sostanze per cui non è stato assegnato un tetto specifico.
L’Efsa ha suggerito di fissare a 0,036 mg/kg la concentrazione di nicotina ammissibile nei funghi selvatici freschi come livello massimo di residuo (LMR), 1.17 mg/Kg per quelli secchi.
La Commissione ha ritenuto opportuno adottare delle misure più restrittive per un periodo di tempo limitato: non saranno più messi in commercio funghi con un livello di nicotina superiore a 0,04 mg/kg, 1,2 mg/kg per i secchi, ha spiegato a Foodnavigator il portavoce alla Salute Nina Papadoulaki.
Tra i rischi connessi all’assunzione di alte concentrazioni di nicotina, fenomeni lievi e di breve durata, ha spiegato l’Efsa: aumento della frequenza cardiaca, mal di testa e capogiri (una sigaretta light contiene una quantità superiore dell’alcaloide).
I livelli di concentrazione più elevati, oltre che nelle varietà tipiche cinesi, sono stati riscontrati nei Boletus edulis, i pregiati porcini, oltre che nei tartufi. Varietà, queste, poi spacciate agli ignari consumatori come prodotti locali.
Non è chiaro cosa abbia causato la presenza di nicotina in questi funghi, il più delle volte importati dalla Cina, ma potrebbe trattarsi di pesticidi o "una serie di altri fattori, come una contaminazione accidentale durante il processo di essiccazione". L’utilizzo della nicotina come insetticida è una pratica che sta scomparendo in Europa, ma "il suo utilizzo nei Paesi terzi può continuare e potrebbe dar luogo a residui nei prodotti alimentari", ha dichiarato l’agenzia alimentare.