Lo scorso autunno moltissimi boschi alpini in Trentino, Veneto e Lombardia sono stati distrutti da una tempesta incredibile, con vento a 190 chilometri orari. Milioni, non migliaia, sono gli alberi che vennero abbattuti, lasciando enormi quantità di legname sui pendii alpini, soprattutto abeti, pari agli alberi che in Italia si tagliano normalmente in 7 anni. A distanza di alcuni mesi, il lavoro è intenso per recuperare il legno dandogli un futuro come prodotto per l'edilizia e l'industria, prima che il caldo e gli insetti ne provochino il degrado; l'asportazione dei tronchi abbattuti è inoltre necessaria per effettuare la ripiantumazione, anche se ci sono studi che introducono dubbi sulla necessità di ripiantare: secondo uno studio realizzato presso l'università di Harvard negli USA, ripulire il sito dagli alberi caduti può essere controproducente per la biodiversità, per la quale occorrono tempi lunghi. Ma problemi economici, di sicurezza pubblica e ragioni legate alla tutela della bellezza del paesaggio induce a ripulire gli alberi di un bosco danneggiato da una tempesta, anche quando, come sostengono gli studiosi di Harvard, la foresta, per funzionare come tale, non ha bisogno dell’uomo.