Copiapoa

Copiapoa krainziana

  • Famiglia: Cactaceae
  • Fogliame: Sempreverde
  • Categoria: Piante grasse
  • Consigliata per: Balcone e terrazzo
  • Temperatura min.: 10 | 15 °C
  • Altezza: 0,5 — 1 metri
  • Terriccio: Per cactacee , Per piante mediterranee
  • Larghezza: 0,5 — 1 metri
  • Esposizione: Soleggiata
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Il genere Copiapoa è originario del deserto di Atacama in Cile, dalla cui città di Copiapò prende il nome, mentre C. krainziana è endemica di un area grossa circa 60 km². Vi appartengono una ventina di specie, facilmente ibridabili tra di loro. Le piante hanno un aspetto globoso inizialmente, per poi assumere negli anni un portamento colonnare più o meno ramificato. C. krainziana in natura raggiunge il metro di diametro, ma in vaso rimane entro i 30 cm. Il fusto è grigio-verde, con l’apice ricoperto di feltro grigio e una folta dotazione di spine radiali e centrali, sottili, prima bianche poi grigie. I fiori sono gialli, compaiono all’apice in estate ma solo su piante già adulte.

Consigli di coltivazione

Ama una posizione soleggiata per almeno mezza giornata, ma l’esposizione deve essere graduale, dopo il riposo invernale. Il substrato deve essere molto soffice e ben drenato, a base di lapillo vulcanico e pomice, con una piccola percentuale di sabbia e torba. Teme il freddo già a 8 °C: deve svernare in un luogo non riscaldato ma luminoso, dove l’esemplare non va innaffiato.

Da non dimenticare

C. krainziana è una pianta a forte rischio di estinzione, a causa del suo ridottissimo areale naturale (inclusa nella lista rossa IUCN). Inoltre, è anche una delle cactacee che vivono in condizioni più estreme: cresce su pareti rocciose in zone estremamente aride del deserto di Atacama. La principale fonte idrica di questa pianta è la rugiada del mattino, in quanto la pioggia che cade è meno di 100mm all'anno (la media italiana è 2500mm annui), pertanto la crescita è lentissima.

Copiapoa: come e quando irrigare

Le annaffiature devono essere ridottissime: è fra i generi più vulnerabili al marciume radicale, quindi bisogna innaffiare poco e solo dopo qualche settimana dall’asciugatura del terriccio. In natura a queste piante basta la rugiada o la nebbia per dissetarsi.

In interni, per singoli vasi si può impiegare il pratico irrigatore automatico Claber Idris, collegato a una comune bottiglia in plastica.

In alternativa si può scegliere Claber Oasis, kit per interni, completamente autonomo e idoneo fino a 20 vasi di piccola o media dimensione.

Se la pianta è in un terrazzo con altre piante, si rivela utile un sistema di microirrigazione, per esempio il kit Claber Aqua-Magic Sytem collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto; il kit è azionato da un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole.

In interni, per singoli vasi

In interni, fino a 20 vasi

In terrazzo con altre piante

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