Royal Botanic Gardens a Edimburgo, 30 ettari di meraviglie

Il racconto di un giovane ricercatore dai Giardini Botanici di Edimburgo

Royal Botanic Gardens a Edimburgo, 30 ettari di meraviglie
di Niccolò Patelli

Quando, dopo la laurea magistrale in Agraria a indirizzo Medicina delle piante-entomologia ho scelto di trascorrere un periodo a Edimburgo per fare una nuova esperienza di vita all’estero dopo un periodo (affascinante ma anche molto impegnativo) nel profondo delle foreste dell’Honduras, tra I primi luoghi che ho visitato nella bella capitale scozzese c’è stato il grande spazio verde dei Royal Botanic Gardens, che ospita una delle maggiori collezioni botaniche al mondo in un contesto paesaggistico di rara bellezza, dominato da grandi alberi, spazi erbosi circondati da bordure fiorite e con il grande edificio vittoriano, sede di alcune delle serre tropicali. Ho subito deciso che desideravo trascorrere un periodo di tempo qui; ho fatto domanda ed eccomi ora al lavoro proprio in questi magnifici giardini botanici che ho il privilegio di vedere ogni giorno, assistendo al cambiamento stagionale e alle fioriture che si succedono con grande spettacolo. Al punto che spesso torno ai Royal Botanic Gardens anche nei miei giorni di riposo, armato di macchina fotografica, per osservare le meraviglie botaniche e la frenetica vita di piccole e grandi creature che qui vivono, tra cui anche I tassi, proprio nel cuore della metropoli scozzese.

Oltre 30 ettari di bellezza
Sito internazionale di eccellenza orticolturale, I Royal Botanic Gardens sono a poco più di un chilometro dal centro pedonale della città e raccolgono in un bel paesaggio calmo e rilassante, molto frequentato da turisti, visitatori e appassionati da ogni angolo del mondo, in grado di affascinare scienziati e ricercatori così come I semplici curiosi non esperti di piante. Per dare un’idea: oggi qui c’è la più grande collezione di piante cinesi al di fuori della Cina; è possibile ammirare una perfetta riproduzione dell’ambiente e della flora rara delle Highlands scozzesi, difficilissima da vedere in natura; oltre 5000 piante alpine sono coltivate nello spettacolare rock garden; le bordure di erbacee perenni stupiscono anche I giardinieri più esigenti… E c’è anche un giardino di fiori dedicato alla memoria della Regina Madre, con le piante più amate dalla famiglia reale inglese che pur non essendo in testa alle preferenze degli scozzesi 

Collezioni di piante da tutto il mondo
L’arboretum ospita notevoli collezioni di conifere, di rododendri e di altre Ericacee; qui crescono enormi esemplari d Sequoiadendron giganteum, la sequoia dei parchi nazionali californiani, ma anche enormi faggi, una collezione di aceri e di sorbi dai bellissimi colori autunnali. L’autunno è infatti una delle stagioni più belle; gli alberi assumono colori molto intensi grazie alla forte escursione termica, alle giornate soleggiate (il clima è migliore che in estate, spesso piovosa) e alle perfette condizioni di coltivazione, che favoriscono l’intensificazione dei cromatismi sul fogliame prima della caduta.

Le serre tropicali
Sul lato nord-est dei Royal Botanic Gardens sorge lo spettacolare edificio vittoriano con la serra tropicale delle palme, la più alta di questo tipo nel Regno Unito. Qui c’è una zona nella quale il visitatore puà sperimentare ben 10 diverse fasce climatiche, ciascuna allestita con le piante tipiche, dalle Cicadee alle felci, con un ampio assortimento di specie da fiore di ogni angolo del mondo. Le serre accolgono anche una collezione di specie vegetali di interesse mondiale sul piano alimentare ed economico, e ci sono numerose rarità come il rododendro Vireya, endemismo del Borneo. Proprio dal Borneo arriva una pianta che nello scorso agosto ha attirato qui ogni giorno centinaia di appassionati: arum titano, il fiore più grande nel mondo delle piante, sbocciato e cresciuto rapidamente fino a oltre 230 cm. Si tratta di un evento eccezionale perché questa pianta fiorisce raramente e  in ogni caso solo ogni 5-6 anni, in Italia ne fiorì una nei giardini botanici di Firenze alcuni anni fa. Il nome botanico è Amorphophallus. 

La terrazza cilena, il cortile dei fossili, la yurta siberiana e I funghi
La visita ai Royal Botanic Gardens comprende numerose altre curiosità, come l’area di piante cilene, importante perché comprende specie che sono a rischio di estinzione in natura, o il cortile dei fossili, dove è possibile ammirare e toccare i tronchi fossili di Pitys withamii, una conifera di 320 milioni di anni fa, in piena epoca giurassica. Furono trovati per caso in Scozia a metà ‘800. Qui, intorno a questi due “grandi vecchi”, sorgono alberi la cui evoluzione è stata minima da epoche lontanissime, come il wollemi pine (Wollemia nobilis), alcune araucarie, la conifera Metasquoia glyptosproboides. Molto curiosa anche la yurta, perfetta ricostruzione in ogni dettaglio delle tipiche abitazioni in tela e pali in legno, utilizzate dalle popolazioni nomadi della Siberia. Viene utilizzata per ospitare incontri e accogliere le scolaresche che ogni giorno, numerose, visitano I giardini. Intorno c’è un’arta etnobotanica, dove sono coltivate specie medicinali utilizzate da popolazioni diverse nel mondo, come la stranissima Silphium perfoliatum, una specie americana che I nativi utilizzavano proprio come facciamo noi ora con il chewing gum, un passatempo “saporito” (sa di menta, anche se non ha alcuna parentela con il genere Mentha, è un’Asteracea) che serviva anche per pulire I denti. 
Persino I funghi trovano qui il loro regno: il Cryptogamic Garden è un’area dedicata alla crescita di funghi di varie specie, a scopo scientifico di studio e ricerca.

Un tempio della ricerca scientifica
La libreria botanica, una delle pià fornite, e I laboratori di ricerca contribuiscono ad affermare I Royal Botanic Gardens come un riferimento mondiale nel campo del lavoro di ricerca, con numerosi team all’opera su tematiche diverse e con una grande apertura a studiosi e ricercatori, anche molto giovani, provenienti dall’Europa e dal mondo. Non è un caso che qui da molti anni si lavori sui cambiamenti climatici locali e mondiali, che possono mettere a rischio la vegetazione e causare la rapida sparizione di endemismi rari e preziosi per la biodiversità e le catene alimentari. 
Chi decide di visitare Edimburgo, che pure merita un soggiorno per I suoi tanti motivi di interesse, non deve perdere I Royal Botanic Gardens: in qualsiasi stagione sono affascinanti, anche nel cuore dell’inverno, e in dicembre viene allestito uno straordinario spettacolo di luci che aggiunge fascino, invitando alla visita in occasione delle aperture serali prenatalizie. 

Come e quando visitare i Royal Botanic Gardens 
I giardini botanici sono aperti tutti I giorni salvo il giorno di Natale e il 1° gennaio, dalle 10 a orari diversi nel pomeriggio in base alla stagione. L’accesso è gratuito (si paga solo per accedere alle serre). All’interno ci sono un ristorante, due caffé e un punto vendita rifornito di piante particolari. I percorsi sono quasi tutti accessibili anche con sedia a rotelle.
Info: www.rbge.org.uk (nel sito sono presenti sezioni dedicate anche alle altre tre sedi dei Royal Botanic Gardens in Scozia, a Benmore, Dawyck e Logan).

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