Villa Intragnola, un gioiello sul Lago Maggiore

La meravigliosa posizione sul lago e le fioriture spettacolari non sono le sole bellezze di questo splendido giardino, dove gli appassionati possono godersi la scoperta di un’incredibile collezione di conifere rare da ogni parte del mondo

Villa Intragnola, un gioiello sul Lago Maggiore

Di Niccolò Patelli

Da secoli, le sponde del Lago Maggiore formano un paesaggio unico, che attira visitatori da tutto il mondo anche per i numerosi giardini di incredibile bellezza che si trovano in questa zona. I giardini di Isola Madre e Isola Bella sono situati sulle rispettive isole e sulla sponda Ovest, quella piemontese, il famosissimo giardino di Villa Taranto ospita centinaia di specie botaniche e meravigliosi alberi secolari.

Il Lago Maggiore offre però altre perle per gli amanti della botanica e dei paesaggi: il giardino di Villa Intragnola è una di queste. Situato nel comune di Laveno-Mombello, è un giardino botanico privato ricco di scorci magnifici e piante di rara bellezza, come le azalee che fioriscono in primavera e che rendono famoso il Lago Maggiore, ma ciò che rende davvero particolare questo luogo è la presenza di conifere rare. Passeggiando nei prati si è attorniati da bellissimi pini, abeti, Taxodium e altre specie provenienti da ogni parte del mondo, dalla Cina all’India, dagli Stati Uniti al Messico e persino dalla Sicilia. 

Incantevoli piante dall’Asia

All’interno del giardino sono presenti stupendi esemplari di conifere rare, tra cui un Pinus yunnanensis, il pino dello Yunnan, un albero cinese abbondante nei luoghi di origine ma abbastanza inusuale nel nostro Paese. Gli aghi lunghi ed il portamento lievemente ricadente donano a questo pino un aspetto estremamente particolare e decorativo. Sulla terrazza che fronteggia il lago, un altro raro pino dall’ago lungo, ma questa volta messicano: il Pinus montezumae.

Sempre dal continente asiatico arriva Pinus roxburghii, il cui nome è un omaggio al botanico scozzese Richard Roxburgh, comunemente chiamato pino dell’Himalaya. È una pianta che arriva a diventare altissima e possiede, come il pino dello Yunnan, aghi lunghi e decorativi, ma il portamento è più eretto e statuario. Un’altra particolarità è la dimensione delle pigne, che raggiungono anche i 20 cm di lunghezza. Dal Sud-Est Asiatico proviene Taxus sumatrana, un tasso alto parecchi metri endemico dell’isola di Sumatra, del Borneo e della Malaysia, piuttosto raro invece nei nostri climi. Ha un bel portamento cespuglioso e ricorda, anche nella morfologia del frutto, il tasso comunemente coltivato da noi, Taxus baccata, da cui differisce però per gli aghi più lunghi.

La pianta asiatica più rara e è Metasequoia glyptostroboides, detta anche abete d’acqua, coltivata nei vicini giardini di Isola Madre e Isola Bella, da cui proviene l’esemplare di Villa Intragnola. Di questa pianta erano noti solo i resti fossili e fu riscoperta in natura solo negli anni ‘40; è presente soltanto in un ristretto areale delle foreste cinesi e sono solo poche migliaia gli esemplari ancora in vita allo stato selvatico. È coltivata come pianta ornamentale in tutto il mondo e si fanno persino dei bonsai con questa specie, unica rappresentante del genere Metasequoia.

Alberi meravigliosi dal continente americano

Facendo un salto dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, nel giardino trova dimora Calocedrus decurrens, il cedro dell’incenso, un bellissimo albero che arriva ad essere alto diverse decine di metri, molto decorativo per via della bellissima corteccia intrecciata che forma disegni particolari e del profumo che la sua resina emana.

I Taxodium americani trovano posto proprio lungo le rive del lago, formando una doppia fila di piante statuarie di diverse età. Il comune Taxodium distichum, che troviamo spesso nei parchi e nei giardini delle nostre città, resta sempre una pianta decorativa e particolare, capace di vivere con le radici immerse nell’acqua. Altre due specie, coltivate a Villa Intragnola, dello stesso genere sono decisamente meno comuni da vedere: la prima è Taxodium mucronatum, diffuso dal Messico al Guatemala. È una pianta incredibile, capace di vivere migliaia di anni e formare tronchi larghi più di 10 m, come l’esemplare chiamato Árbol del Tule, situato vicino alla città di Oxaca, in Messico: questo è il più largo albero vivente del mondo, precisamente 14 m di diametro e la sua età è stimata tra i 1500 ed i 4000 anni.

L’altra specie visibile qui a Villa Intragnola è ancora più particolare, Taxodium ascendens, diversa dalle altre specie perché le foglie sono aghiformi e, come ci ricorda lo stesso nome scientifico, puntano verso l’alto, creando così un effetto particolare e diverso dalle altre specie del genere. All’interno del giardino c’è anche una piccola zona con esemplari giovani di Taxodium, perfetta per ammirarne le stupende foglie senza doverle guardare dal basso.

La specie più rara che proviene dal continente americano è Cupressus abramsiana o cipresso di Santa Cruz, regione da cui proviene, endemico soltanto di questa piccola area negli Stati Uniti, una catena montuosa del sud della California. La sua classificazione è stata dibattuta per tempo ed è stato a lungo considerato sottospecie di altre specie più comuni, ma le analisi genetiche hanno permesso di differenziarla in specie a sé stante. Questa pianta ha una particolarità interessante: i coni (le pigne) si aprono soltanto dopo un incendio, in natura. La pianta madre muore, ma il fuoco permette di liberare i semi di una nuova generazione, rendendo questa specie una delle poche in grado di trarre vantaggio da eventi distruttivi come gli incendi, fenomeni frequenti nei boschi secchi della regione.

Il gioiello più raro: l’abete dei Nebrodi

Per trovare la specie più rara del giardino di Villa Intragnola, tuttavia, non dobbiamo spostarci in altri continenti. Una delle conifere più rare al mondo, di cui troviamo un piccolo esemplare che ha soltanto pochi anni, è Abies nebrodensis, l’abete dei Nebrodi. Questo abete è endemico di una piccolissima area delle Madonie, catena montuosa in Sicilia, ed era considerato estinto dai primi del ‘900, fino a che, per caso, sono stati rinvenuti una trentina di esemplari in una stretta ed impervia valle, la cui precisa ubicazione non è stata resa nota per mantenere le piante al sicuro da eventuali cacciatori di semi (fenomeno piuttosto preoccupante che colpisce anche le orchidee nostrane). Il numero di esemplari è talmente basso da rendere questa conifera la più rara al mondo e vi sono alcuni progetti volti a salvaguardare questa particolarissima specie endemica del nostro paese: sono solo qualche centinaio gli esemplari coltivati a scopo di ripopolare la zona e servono permessi speciali per ottenerne una “in prestito”, da conservare e curare, fino a che, una volta adulta, sarà riportata nel suo ambiente di origine per essere piantata e ripopolare il numero di abeti, per evitarne l’estinzione. Insomma, il giardino di Villa Intragnola è decisamente unico nel suo genere: non solo alberi stupendi e fiori di colori splendidi, ma anche una vista mozzafiato sul panorama di uno dei più bei laghi del nostro paese, godibili totalmente anche grazie alla possibilità di soggiornare in questo magnifico posto nel B&B Polidora, proprio nel cuore del giardino. Alzarsi la mattina, passeggiare sull’erba imperlata dalla rugiada e ammirare, nel silenzio, alberi rarissimi: un privilegio che solo chi ama veramente la natura può capire del tutto.


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