Intorno, decine di chilometri di montagne selvagge coperte di boschi e di distese di erica; laghi dalle acque scure, torrenti e pietraie coperte di muschio. E qui, nel cuore di questo ambiente naturale severo e affascinante, un castello da fiaba, grigio e turrito, con un giardino incantevole, ricco di fiori e di ortaggi. Siamo nel Donegal, la regione più a Nord della Repubblica d’Irlanda, confinante con il Nord Irlanda ancora legato al Regno Unito. La regione è selvaggia e boscosa, un vero invito all’escursionismo e all’osservazione della natura. Qui nel 1870 John George Adair, politico e diplomatico, volle costruire un castello, comprando una grande area di terreni in parte ancora abitati da numerose famiglie, che dovettero emigrare in USA e Australia. Adair si era arricchito moltissimo commerciando negli USA, dove acquistò dei ranch in Colorado e in Texas; presto dimenticò il castello che rimase a lungo disabitato.
Una nuova vita per il castello e il giardino
La rinascita di Glenveagh avvenne a partire dal 1938, quando la proprietà venne acquistata da Henry Plumer McIlhenny, americano di Philadelphia, colto e conoscitore di arte, filantropo e innamorato del cinema. Henry a+,0,veva visitato la zona alcuni anni prima e, determinato a trovare un luogo in cui riconoscere le sue lontane origini irlandesi, decise per questo incredibile castello: iniziò importanti lavori di restauro e fece sistemare il giardino e la strada per giungere al castello, con l’intenzione di invitare amici e conoscenti soprattutto legati al mondo di Hollywood.
Le star di Hollywood nel giardino di Glenveagh
E fu così che, fatto sicuramente unico per un giardino, Glenveagh vide i sentieri fra i fiori visitati da personaggi leggendari: tra i più famosi ci sono Marilyn Monroe, Charlie Chaplin, Clark Gable, Greta Garbo. Nelle stanze sontuose del castello, questi attori e attrici entrati nella storia del cinema soggiornarono più volte; a loro erano destinate le camere migliori affacciate sul giardino, ricco di fiori da aprile a ottobre, oppure sul lago, dove si specchiano le montagne circostanti. McIlhenny amava creare occasioni di festa illuminando il giardino con torce e candele nelle notti d’estate, e di giorno accompagnava i suoi ospiti tra le bordure fiorite fino alla parte alta, nel bosco, lasciata selvaggia: qui, sotto le chiome degli alberi, le rocce sono ancora oggi coperte da un fitto muschio, simile a un velluto: davvero un luogo che pare abitato dalle fate. La sua anima filantropica e orientata alla divulgazione dell’amore per l’arte trovò qui il modo di esprimersi: negli anni ’70 acquistò altre terre intorno al castello e ne fece dono allo Stato irlandese, affinché fondasse un parco nazionale destinato a proteggere la natura straordinaria di questi monti e di questi laghi. Anche il castello e il giardino vennero lasciati allo Stato, riservandosi il diritto di risiedere qui fino alla sua morte, avvenuta nel 1986.
Oggi tutta l’area è quindi di proprietà pubblica e il Glenveagh National Park è un gioiello naturale visitato ogni anno da decine di migliaia di persone provenienti da ogni angolo del mondo.
Un giardino affascinante
La struttura del giardino di Glenveagh è di stampo britannico: aiuole divise da larghi sentieri ghiaiosi ospitano rose e piante da fiore; sui lati ci sono enormi bordure miste di piante perenni. Alcuni esemplari di bosso scolpito in forma topiaria si alzano tra i fiori, e la primavera è dominata dalle fioriture dei rododendri. La collezione, che comprende specie rare di origine himalayana, fu arricchita nel Dopoguerra da McIlhenny, che fece piantare anche molte specie perenni da fiore del tutto sconosciute in Irlanda in quel periodo. Tra le curiosità ci sono specie rare come Eucryphia glutinosa, Pseudopanax crassifolius, Acacia melanoxylon, Senecio eleagnifolium, esemplari di Nothofagus obliqua e N. dombey, magnolie enormi di origine asiatica e americana. La ricchezza di piante esotiche, provenienti da Cile, Tasmania e Madeira, è protetta da frangivento di pini secolari e di rododendri che schermano la forza del vento rendendo possibile la coltivazione di specie delicate o provenienti da regioni subtropicali; l’inverno qui è freddo ma non particolarmente gelido grazie all’influenza della Corrente del Golfo che lambisce le coste, distanti una ventina di km.
Ancora oggi i giardini di Glenveagh sono un paradiso per gli appassionati; qui vengono organizzate visite guidate e corsi di giardinaggio per adulti e bambini. Oggi nel giardino ci sono ancora aree destinate alla produzione di ortaggi, come volle McIlhenny negli anni ’50: si dice che Marylin quando era ospite qui andasse a raccogliere personalmente le lattughe e i cavoli per portarli ai cuochi, in cucina, e farseli preparare con le sue ricette preferite.
Un parco straordinario
Glenveagh National Park, che copre oltre 170 km quadrati, circonda il castello e il giardino, offrendo ai visitatori innumerevoli possibilità per avvicinarsi alla natura selvaggia che domina queste montagne. Qui vive una popolazione di cervi, reintrodotta nei primi anni 2000, insieme a numerosi altri mammiferi e uccelli; è anche l'habitat di alcuni esemplari di aquila reale. Il lago Lough Veagh, il più grande fra i numerosi specchi d’acqua del parco, domina il paesaggio. I percorsi escursionistici conducono verso punti panoramici e attraversano le zone più suggestive, partendo dal Centro Visite dove è allestito un museo. I bus-navetta portano dal Centro Visite al castello, distante un paio di km percorribili anche a piedi, ma le auto rimangono nel parcheggio esterno: in questo modo l’area è tutelata anche per rispettare i numerosi animali selvatici, nonché per lasciare al visitatore il piacere di assaporare il silenzio, di ascoltare il suono dl vento fra gli alberi e di passeggiare in una totale immersione nella natura.
Selvaggio e meraviglioso, il parco nazionale conserva un fascino particolare, che esprime bene il carattere del Donegal: lontanissimo da tutto, ma a portata di mano per chi ha voglia di lasciarsi alle spalle la fretta, il traffico e i rumori della vita urbana; una pausa splendida prima di ritornare a Dublino.