Rare, belle e coraggiose: le piante che crescono sulle rocce

Viaggio in una delle zone più selvagge d'Europa, paradiso dei botanici e degli escursionisti, in un contesto paesaggistico assolutamente unico

Rare, belle e coraggiose: le piante che crescono sulle rocce
Non sono certo molti i luoghi in cui crescono spontaneamente, a pochi metri di distanza, piante di origine alpina, mediterranea, carsica e nordica: un mix apparentemente impossibile che trova la sua realtà in un luogo unico al mondo, il Burren. La parola viene da un antico termine gaelico, Boireann, che significa “regione rocciosa": è un vasto tavolato calcareo che si estende nella contea di Clare, nella Repubblica d'Irlanda, su un'area vastissima  di circa 300 km². 
La regione del Burren presenta caratteristiche speciali sotto ogni punto di visa. Le colline dell'area sono formate da una sorta di pavimentazione calcarea frammentata da moltissime fessure lineari, che formano quindi varie rocce isolate: in alcuni punti l’effetto è tale che sembra difficile pensare a un’opera della natura, mentre è comprensibile che il ciclopico lavoro sia stato fatto da giganti del passato, così come raccontano le innumerevoli leggende locali. E in effetti qui, nonostante il territorio si presenti inospitale, vissero in un lontano passato popolazioni alle quali si devono i numerosi dolmen e le tracce di fortificazioni risalenti a 3.500 anni avanti Cristo.

Un mondo di roccia e di acqua nascosta
La storia geologica del Burren è antichissima. Strati di suolo che si sono generati nel periodo del Carbonifero, oltre 350 milioni di anni fa, compongono gran parte del territorio che giace sotto le rocce. La roccia calcarea si è formata dai sedimenti di un mare caldo e tropicale di epoche remotissime, che occupava gran parte di quella che oggi e l’isola d’Irlanda. I sedimenti, compressi orizzontalmente dal tempo e da sconosciuti eventi geologici, contengono resti di corallo fossile, ricci di mare, gigli di mare e ammoniti. Il territorio è oggi di tipo carsico, proprio come nel nostro Friuli: le fenditure tra le pietre di arenaria fanno filtrare l'acqua che provoca una lenta ma costante e tenace erosione, spingendo le falde idriche sempre più in profondità e creando in superficie il singolare aspetto che viene osservato dai tanti turisti ed escursionisti che si spingono fin qui.
In effetti nel Burren l’acqua non sembra essere presente e l’aspetto del territorio è arido e pietroso. Le piogge, che tutto l’anno bagnano la contea di Clare, scendono tra le rocce e vanno a formare stagni sotterranei o nascosti in avvallamenti: riserva idrica che lentamente rilascia umidità consentendo la crescita della vegetazione. Il vento fa la sua parte, mantenendo le piante basse e striscianti: solo raramente un coraggioso arbusto o una piccola conifera emergono dal tavolato calcareo.
Il sottosuolo è formato da strati di arenaria e gesso, ormai in sezioni orizzontali, come mostrano gli affioramenti delle celebri Scogliere di Moher, poco distanti. I tavolati calcarei del Burren, nei quali l’acqua ha scavato sottili fessure raggiungendo lo strato fertile, sono stati appiattiti e livellati nel corso di milioni di anni anche grazie alla forza dell’acqua e del vento, che qui soffia potente tutto l’anno, portato dall’Atlantico sul quale l’area del Burren scende per riaffiorare a distanza di 60 chilometri nelle isole Aran. E la terra fertile, che si nasconde sotto le rocce, non esita a far germogliare flora di ogni tipo nelle fessure create dall'erosione. 

I fiori delle Alpi e del  mondo mediterraneo
In questo ambiente calcareo la biodiversità è enorme. Il 75% delle specie di fiori spontanee in Irlanda è presente nel Burren, e numerose sono le orchidee selvatiche di diverse specie: Orchis mascula, Ophrys apifera, Spiranthes spiralis, Epipactis helleborine, Dactylorhiza, Neottia, Gymnadenia e molte altre. Ben 23 delle 27 specie di orchidee selvatiche presenti in Irlanda sono qui facilmente reperibili. La fioritura primaverile è in alcune zone tale da trasformare il paesaggio con macchie di colore rosa, spettacolo assolutamente unico per il quale giungono escursionisti e botanici da ogni angolo del mondo.
Nel Burren sbocciano piante delle nostre Alpi: genziane di varie specie, erica, geranium dai fiori azzurri e violetti, il cardo nano (Carlina acaulis) detta anche “erba di Carlo Magno”, centaurea, campanula… Eppure anche fiori mediterranei trovano qui un ambiente idoneo: le rocce si scaldano rapidamente con un raggio di sole e nelle fenditure il vento non riesce a penetrare. Ecco dunque le primule, gli eliantemi, la parnassia e persino il timo e l’origano: davvero inaspettato trovare macchie di queste piante delle nostre coste meridionali qui, nell’Irlanda settentrionale, a un passo dal gelido Atlantico. E ancora tante altre piante da fiore, che da marzo al tardo autunno si succedono nelle crepe delle rocce: iperico, oxalis, sassifraga, poligala, armeria dai fiori rosa che sfidano il vento salmastro nelle zone più esposte… Non mancano le roselline selvatiche che con la loro breve e magica fioritura sanciscono l’arrivo della breve estate, ma ancora a settembre sono numerose le piante in fiore, un invito alla passeggiata, armati di macchina fotografica.

Un mondo di vita
Il mosaico di habitat interconnessi fra loro ha creato le condizioni anche per una ricchezza di licheni e di funghi. Nel Burren sono state censite finora oltre 600 specie di licheni che tra l’altro svolgono un ruolo importante di monitoraggio della qualità dell’aria: per fortuna qui l’inquinamento ambientale è ancora ai minimi europei, ma l’afflusso crescente del turismo e le attività antropiche che vengono svolte ai bordi del Parco Nazionale del Burren, in particolare l’allevamento bovino, costituiscono un serio rischio per la tutela della biodiversità. Qui ancora c’è una enorme ricchezza di vita: farfalle e falene, api e bombi, libellule di varie specie, rettili e anfibi, ben 90 diverse specie di uccelli e numerosi mammiferi popolano questo ecosistema assolutamente unico. 

Le isole Aran
Scendendo dalle colline del Burren verso il villaggio di Doolin o  più a nord nella cttà di Galway è possibile salire sul battello che in meno di un’ora raggiunge le isole Aran, estremo lembo oceanico della piattaforma calcarea. Il viaggio si riduce a soli 10 minuti con il piccolo aereo di linea, che offre il privilegio di un panorama eccezionale. Nelle tre isole Aran la lingua è ancora il gaelico, il paesaggio è a dir poco suggestivo e l’atmosfera è intensa e sincera, il turismo è la principale voce dell’economia locale ma il fatto che gli spostamenti sulle isole avvengano quasi esclusivamente in bicicletta ha consentito di conservare questo mondo a parte. I fiori delle isole Aran sono simili a quelli del Burren, anche qui il suolo è un tavolato calcareo che si alza lungo la costa fino alla scogliera della fortificazione di Dún Aengus, risalente all’età del Bronzo. Un’escursione botanica sulle isole offre grandi emozioni, compresa quella di sedersi su un muretto costruito da mani ignote secoli e secoli orsono per ammirare le foche che si stendono al sole, osservando incuriosite i turisti.

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