Clementine

Citrus clementina

  • Famiglia: Rutaceae
  • Fogliame: Sempreverde
  • Categoria: Piante da frutto
  • Consigliata per: Orto e Frutteto
  • Temperatura min.: 5 | 10 °C
  • Altezza: 2,5 — 4 metri
  • Terriccio:  
  • Larghezza: 1,5 — 2,5 metri
  • Esposizione: Parzialmente ombreggiata
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Ibrido naturale reperito in Algeria a fine ‘800, la clementina (Citrus clementina) presenta un tronco ramificato in 3-4 branche principali, dalle quali i rami sviluppandosi costituiscono il globo denso e ricco di foglie. Le foglie sono lanceolate, allargate, di color verde scuro sulla pagina superiore e verde chiaro su quella inferiore. In primavera regala fiorellini bianchi, in gruppi o isolati, formati da cinque sepali e cinque petali. Il frutto è un esperidio caratterizzato dall’assenza di semi, che però in alcune cultivar non è totale.

Consigli di coltivazione

In Italia si coltiva in Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata e Lazio. Necessita infatti di un clima mite e poco variabile nell’anno: la temperatura minima invernale è di 5 °C. Anche i venti persistenti possono provocare gravi danni. Il terreno ideale è argilloso-calcareo, profondo, fertile, in posizione ventilata e soleggiata. Il portainnesto è l’Alemow (Citrus macrophylla) e l’innesto a scudetto o a gemma è quello più utilizzato. Il terreno va lavorato e concimato con prodotti minerali prima dell’impianto, che si effettua nel tardo inverno a distanza di 4 m tra una pianta e l’altra.L’irrigazione è fondamentale: se manca, le piante soffrono molto; nelle zone tipiche di coltivazione, comincia verso l’inizio di maggio e si protrae fino alle prime piogge autunnali (fine settembre-ottobre). L’apporto di sostanza organica va ripetuto ogni due-tre anni; a cadenza annuale bisogna apportare un concime ternario in autunno-inverno. La forma di allevamento è il globo-vaso. La potatura si esegue nel periodo primaverile avanzato. La raccolta va effettuata quando i frutti hanno raggiunto il corretto grado di maturazione.

Da non dimenticare

Nella fruttificazione può essere incostante, a causa sia di sbalzi di temperatura nel periodo dell’allegagione, sia di una parziale autoincompatibilità, che richiede un aiuto nell’impollinazione attraverso altre varietà di mandaranci.

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