Lentaggine

Viburnum tinus

  • Famiglia: Adoxaceae
  • Fogliame: Sempreverde
  • Categoria: Alberi e arbusti
  • Consigliata per: Giardino
  • Temperatura min.: -10 | -5 °C
  • Altezza: 2,5 — 4 metri
  • Terriccio: Limo, Argilla, Gesso, Sabbia
  • Larghezza: 2,5 — 4 metri
  • Esposizione: Soleggiata , Parzialmente ombreggiata , Ombreggiata
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Questo viburno (Viburnum tinus), detto lentaggine, è un arbusto da giardino e da vaso molto diffuso, utilizzato per siepi frangivento e frangivista belle, fiorite e poco impegnative. Alto fino a 3 m, con rami eretti e numerosi, che partono spesso dalla base, a formare una chioma densa e compatta. Le foglie persistenti sono coriacee e di colore verde scuro lucido nella pagina superiore, verde chiaro e tomentose lungo la nervatura in quella inferiore. I fiori sono formati da cinque piccoli petali bianchi con la parte esterna rosata, e sono riuniti in corimbi apicali densi e appiattiti, profumati, da febbraio a maggio. Il frutto, da agosto in poi, è una piccola drupa, color blu metallizzato a maturazione, e persiste a lungo sulla pianta (anche fino alla fioritura successiva, cosicché fiori e frutti coesistono).

Consigli di coltivazione

Preferisce il pieno o mezzo sole, ma si adatta anche all’ombra dove fiorisce molto meno. Resiste al gelo fino a –15 e al caldo sino a +45 °C. Non ama i venti salmastri. Se si alleva in vaso, questo deve essere di diametro di 40 cm per una pianta alta 40 cm. Il terreno deve essere fertile, fresco, profondo e ben drenato. Nei primi anni le annaffiature tra aprile e settembre devono risultare medie per quantità e regolari per cadenza; in seguito si accontenta della pioggia o dell’acqua di falda. Fino ai sette-otto anni d’età va concimato in aprile e ottobre con un prodotto granulare a lenta cessione per arbusti da fiore, poi basta solo in autunno. La potatura, se necessaria per contenere la forma della pianta, si conduce in dicembre-gennaio (sacrificando però la fioritura).

Da non dimenticare

I bei frutti sono velenosi per l’uomo, i cani e i gatti, ma non per gli uccellini che se ne cibano abbondantemente, permettendo di “fare birdwatching”.

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