Croco

Crocus vernus

  • Famiglia: Iridaceae
  • Fogliame: Deciduo
  • Categoria: Piante bulbose
  • Consigliata per: Giardino
  • Temperatura min.: -15 | -10 °C
  • Altezza: < 0,1 metri
  • Terriccio: Terriccio, Universale
  • Larghezza: < 0,1 metri
  • Esposizione: Soleggiata
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Fra i primi a fiorire nel tardo inverno-inizio primavera, il croco è coltivabile anche in vaso, con l’accortezza di rinnovare i bulbi ogni anno. In giardino invece il bulbo può essere lasciato in terra, dove tenderà a inselvatichirsi, moltiplicandosi da solo. Può anche essere piantato nel prato, perché la fioritura avviene molto in anticipo rispetto al primo taglio dell’erba, che sarà punteggiata qua e là di corolle bianche, gialle o viola, semplici o doppie.

Consigli di coltivazione

L’esposizione al pieno sole invernale o a mezz’ombra è l’ideale per favorire la fioritura. Il terreno può essere di qualunque tipo, purché non sassoso o sabbioso. La piantagione avviene in autunno, per una prima fioritura da febbraio in poi. All’impianto è bene spargere sul terreno un po’ di stallatico secco o letame ben maturo: l’operazione va ripetuta ogni anno in ottobre o novembre. Non è necessario tagliare i fiori appassiti.

Da non dimenticare

Non bisogna togliere le foglie finché non sono completamente ingiallite: servono al bulbo per accumulare sostanze di riserva utili per la fioritura dell’anno successivo. Il nome comune, zafferano maggiore, ci ricorda la stretta parentela con lo zafferano vero (Crocus sativus), il fiore da cui proviene l'omonima spezia, anch'esso endemico della flora italiana.

Croco: come e quando irrigare

Il croco, se coltivato in mezz'ombra in un terreno con buona ritenzione di umidità, non necessita di irrigazioni. Tuttavia, se coltivato al sole diretto è più facile che il terreno si secchi, causando stress idrico alla pianta e riducendo la durata della fioritura, per tanto è meglio irrigare sporadicamente con lo scopo di mantenere il terreno umido. In entrambi i casi, è bene irrigare una volta terminata la fioritura, ai primi caldi, prima di sospendere le irrigazioni per rispettare il periodo di riposo della pianta.

Soffre molto il ristagno idrico, come tutte le piante che nascono da bulbi, rizomi o tuberi.

Per irrigare la pianta in giardini e terrazzi dotati di rubinetto o presa d'acqua si può impiegare il tubo da irrigazione, dotandolo di una pistola multifunzione (getto concentrato, aerato, nebulizzato o  doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua). 

La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità. Nelle aiuole in giardino si può utilizzare un sistema con  gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).

In terrazzo si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi. Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale è  il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.

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